Gianfranco Racioppoli

Gianfranco Racioppoli nato il 10.06.1964, vive e lavora a Santa Maria Capua Vetere (CE). Architetto, affianca dai tempi della formazione universitaria l’esercizio della pittura allo studio e alla pratica dell’architettura. I supporti e i materiali delle sue opere non sempre sono quelli tradizionali della tela, degli oli e degli acrilici, ma la sua produzione si distingue per un largo impiego di oggetti e sostanze di riciclo spesso derivanti dall’edilizia.

 

Estratto di nota critica 

Difficile trovare le fonti d’ispirazione di questo personaggio poliedrico, che ama sperimentare espressioni artistiche molteplici e multiformi. Dagli esordi basati sull’analisi e la reinterpretazione dei grandi del Novecento, è passato, nel tempo, a manifestazioni autonome che spaziano senza inibizioni dal figurativismo all’astrattismo. Dalle riconoscibili citazioni di de Chirico o di Schifano nelle sue prime opere, ha sviluppato un percorso di maturazione che ha visto decantare certe esuberanze giovanili in un gesto pittorico essenziale e sincero, nel quale la chiara riconoscibilità delle forme si associa alla potenza emotiva dei contrasti cromatici. 

PARA MINO IORIO

 Nell’arco di pochi anni Gianfranco Racioppoli ritorna anche in questa mostra sul tema del muro realizzando una parete immensa e bianca che fa da sfondo alle “umane vicende”. Una sorta di grande vuoto che l’uomo riempie con le sue azioni determinando le conseguenze in un’epoca storica caratterizzata da una cocente attualità: l’invasione dell’esercito russo di uno stato sovrano come l’Ucraina, innescando una spirale che non accenna ad arrestarsi e anzi promette anni di distruzione e morte all’interno degli stessi confini dell’Europa con il rischio dell’escalation di un vero e proprio terzo conflitto mondiale. La terra si colora di rosso come il sangue dei tanti giovani, dei tanti civili - tra cui centinaia di bambini - che stanno morendo per resistere e mantenere il dominio su di una piccola fascia di terra e di mare che afferisce ai grandi porti di Mariupol e Odessa. Una rappresentazione di un’immediatezza sorprendente che si rivela con la sua semplicità anche agli occhi del più superficiale degli osservatori. Spiccate capacità didascaliche quelle di Racioppoli che si disvelano nell’atto di lanciare i segnali tra i più allarmanti possibile al fine di salvare l’umanità e la natura che la ospita.