Maria Credidio
Nasce a Terranova da Sibari (CS) nel 1957. Ha completato gli studi artistici nel 1978. Artista poliedrica e di ricerca, conduce intensa attività e apprezzata sperimentazione. Partecipa a rassegne italiane ed europee.
Espone in gallerie private e istituzioni pubbliche con mostre personali e collettive; tra cui la Fiera d'Arte Internazionale ARTEXPO di New York , la Fiera d'Arte Contemporanea di Copenhagen, e la Biennale Internazionale di Venezia. La sua arte è stata oggetto di interesse di noti critici: Paolo Levi, Boris Brollo, Philippe Daverio, Tonino Sicoli, Luigi Tallarico, Vittorio Sgarbi, Claudio Rizzi, Cinzia Folcarelli, Nicola Micieli, Mario Verre, Francesca Londino, Giuseppe Salerno, Matilde Tortora, Enzo Le Pera, Giuseppe Selvaggi, Giorgio Di Genova, Gianluca Covelli, Gianfranco Labrosciano, Domenico Natale, Ghislain Mayaud, Rocco Zani. Le sue opere si trovano presso importanti centri d’arte e musei, ne citiamo solo alcuni: MAON Museo d'Arte dell'Otto e Novecento Rende (CS), MAC Museo d'Arte Contemporanea di Gibellina (TP),Museo Civico di Taverna (CZ), Museo Civico Parisi-Valle Maccagno (VA), Museo LIMEN Vibo Valentia, Museo Arte Contemporanea MACA Acri (CS), Museo Mide-Ciant di Cuenca di BerjaAlmeria|SPAGNA, Collezione Spazio Thetis-Arsenale di Venezia, Collezione d’Arte contemporanea Bancartis, BCC-Rende, Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea Bancart'e, BCC-Livorno, oltre che in diverse collezioni pubbliche e private.
L'artista Maria Credidio è annoverata nel catalogo d' Arte Moderna dal Secondo dopoguerra ad oggi n.38 editoriale Giorgio Mondadori.Tante le riviste d'Arte nelle quali viene recensito il suo lavoro: Arte Mondadori, Artetribune, Flash Art, Rivista Segno, Juliet Art Magazine, e molte altre ancora. Nel 2001 dopo la tragedia dell'11 settembre, Credidio realizza un'istallazione dal titolo "Aquiloni da Kabul a New York", per un progetto di Pace nella 34° strada del quartiere Manhattan a New York. Ha tenuto lezioni di pittura e ceramica agli studenti della Cambridge e Harvard University.
PARA MINO IORIO
Maria Credidio, almeno dal 2020, adotta un linguaggio ispirato ad un raffinato minimalismo che traspare intensamente dall’opera presente in mostra. La sua è una ricerca che parte da lontano e affonda le radici nell’informale e nell’astrattismo ma da almeno un decennio, in maniera molto specifica, le sue opere abbandonano ogni tipo di ridondanza per esaltare linee e concentrazioni geometriche che vibrano e si moltiplicano sotto l’effetto della luce. L’uso del monocromo è un ritrovato plastico che aumenta gli effetti di luminosità che catturano l’attenzione dell’osservatore attraverso le forme e i profili essenziali istaurando una distaccata comunicazione dei contenuti. Per Ludwig Mies van der Rohe, architetto e designer tedesco, la minimal art si esprimeva attraverso il motto "less is more" per esprimere un’integrità strutturale fino ad essere una vera e propria filosofia di vita. Ed è proprio questo che la Credidio in ultima analisi intende trasmettere: la scelta di una vita semplice che non rinuncia a niente ma ricerca soltanto ciò appartiene ad una volontà personale al fine di procurare soddisfazione interiore alla stregua dei grandi maestri spirituali, come Buddha, Epicuro, Gesù, San Francesco d’Assisi e Gandhi.